Sunday, August 23, 2009

La Sicilia vista da me

"L'attaccamento alla propria terra è un fatto fisiologico, inevitabile, come fisiologico e inevitabile è che la testa sia attaccata al busto, insieme con il corpo. L'amore per il luogo natio non è un amore verso terzi ma verso se stessi: ognuno è la propria terra; pertanto non c'è merito ad amarla. Chi la odia o la respinge è perchè odia se stesso. Ed è perciò che la Sicilia me la sono portata appresso". (Pino Caruso, La Sicilia vista da me, Pafpo Editore 1997)

Un esempio di coraggio e civiltà

Lampedusa, pescherecci nella burrasca
per salvare 650 immigrati in difficoltà

I marinai della flotta mazarese soprannominati "gli angeli del mare": accolti in banchina con applausi.

LAMPEDUSA - Hanno affrontato il mare in burrasca, con raffiche di vento fino a trenta nodi e onde alte dieci metri, mettendo a repentaglio la propria vita per salvare quella di altre 650 persone. E' uno straordinario esempio di coraggio e di solidarietà quello dimostrato dagli uomini della Capitaneria di Porto di Lampedusa e dagli equipaggi di quattro pescherecci di Mazara del Vallo. Solo grazie a loro due barconi carichi di migranti non sono colati a picco; solo grazie a loro è stata evitata quella che poteva diventare la più grande strage dell'immigrazione nel Mediterraneo.

Tutto comincia ieri pomeriggio, quando i due barconi in navigazione nel Canale di Sicilia lanciano l'Sos con un satellitare: "Aiutateci, il mare è in tempesta e noi rischiamo di naufragare", invocano disperati gli extracomunitari chiamando i loro parenti in Italia. Scattano immediatamente i soccorsi, coordinati dalla centrale operativa della Capitaneria di porto di Palermo.

Il primo barcone viene avvistato all'imbrunire da un elicottero della Guardia di Finanza, a 15 miglia da Lampedusa. A bordo 300 persone che agitano le braccia per richiamare l'attenzione dell'equipaggio. La seconda "carretta" è invece molto più lontana, in acque di competenza maltese. Ma la segnalazione "girata" alle autorità della Valletta non ha alcun seguito.

Intanto a Lampedusa si vivono ore febbrili. Le condizioni del mare non permettono infatti alle motovedette di lasciare gli ormeggi. Solo i grandi motopesca di Mazara del Vallo, anche loro in porto a causa del maltempo, sono in grado di affrontare la burrasca. Il responsabile della Capitaneria di porto, tenente di vascello Achille Selleri, comandante della settima squadriglia, chiama a rapporto nel suo ufficio i pescatori della flotta mazarese: "Signori, non ho mezzi adeguati per il salvataggio. Ho bisogno di voi e delle vostre barche. Li salviamo?". I capitani dei motopesca non esitano un attimo: "Siamo pronti".

Così cinque imbarcazioni - Ariete, Monastir, Ghibli, Twenty Two e Giulia P.G. - prendono nuovamente il largo. A bordo, al fianco dei pescatori, gli uomini della Guardia Costiera. Quando riescono a intercettare il barcone ormai è buio pesto. Ma le condizioni del mare non consentono di operare: la "carretta" viene scortata a ridosso dell'isola, nei pressi di cala Grecale, dove la risacca è meno forte e dove è possibile effettuare il trasbordo sull'imbarcazione più grande, il Twenty Two.

Solo all'alba i pescatori riescono a rientrare in porto con il loro "carico" umano: 303 persone, tra le quali 21 donne e alcuni minori. Sono stravolti. Ai connazionali che si trovano nel centro di prima accoglienza raccontano la loro odissea: "Siamo partiti due giorni fa dalla Libia, quattro di noi sono finiti in mare e non siamo riusciti a recuperarli".

Ma non c'è tempo per il dolore. Dalla Guardia Costiera scatta un nuovo allarme: il secondo barcone è stato avvistato da un aereo militare Atlantic a nove miglia dalla costa, mentre arranca tra le onde. E i pescatori partono nuovamente in soccorso degli immigrati: sono oltre 350, stipati come sardine su un vecchio peschereccio. Anche loro vengono salvati con la stessa tecnica, questa volta dal Ghibli; anche loro trascorreranno la notte a ridosso di cala Grecale, in attesa di potere approdare finalmente in porto.

L'importante e che sono tutti vivi: oltre 650 persone salvate in poche ore dagli "angeli del mare", come sono stati soprannominati i marinai della flotta mazarese e gli uomini del Capitaneria di Porto di Lampedusa accolti con un applauso in banchina. (La Repubblica, 28 novembre 2008)

Un Paradiso nascosto dal mare

"Oh mare tu nascondi, oltre le tue più lontane rive, un vero Paradiso. Nel mio Paese conobbi solo felicità, mai disgrazia. Lì all'alba della mia vita vidi il sole nel suo splendore, ora in esilio e in lacrime, assisto al suo declino. Oh potessi imbarcarmi sulla luna crescente, volare verso le rive della Sicilia e lì frantumarmi contro il petto del sole." (Ibn Hamdis,poeta arabo-siciliano, nato a Noto nel 1056 e morto a Majorca nel 1133)