Tuesday, February 23, 2010

Il quotidiano francese "Libération": "L'Italia è un paese che si imbarbarisce"

Traduzione dell'articolo "L'Italie de Berlusconi, un pays en voie de barbarisation" apparso sul quotidiano francese Libération

"L'Italia è un paese normale? L'anomalia rappresentata da Berlusconi - il fatto che concentri in sé il potere politico e mediatico, che utilizzi il Parlamento come un'azienda destinata a fabbricare leggi che lo salvino dai tribunali, che vomiti insulti sulla magistratura, che critichi continuamente la Costituzione, che riduca la politica a un cumulo di barzellette e dichiarazioni istrioniche, che porti con sé il peso dei suoi scandali sessuali - tutto questo spingerebbe a rispondere di no. Ma c'è di più.

Ciò che colpisce, ad esempio, è il fatto che dopo essere stata considerata il laboratorio-avanguardia dell'idea di Europa, l'Italia è oggi regredita a uno status 'provinciale'. La sua stessa classe politica è provinciale, viaggia poco, soltanto di rado parla inglese. Il ruolo centrale ancora attribuito alla televisione immobilizza il paese negli anni Ottanta. Si va in televisione agghindati, tutto è intrattenimento, pubblicità, talk show urlato, sederi e pizzi, le trasmissioni di inchiesta sono rarissime e di conseguenza quelle a cui potrebbero partecipare filosofi, storici, sociologi, psicanalisti o uomini di scienza praticamente non esistono. Una sera su due Rai Uno manda in onda Porta a Porta, un talk show condotto da un giornalista dolciastro, una sorta di messa a cui partecipano sempre gli stessi leader politici, e che non è lontana dal rimpiazzare Camera e Senato. Molto di rado nelle trasmissioni politiche, sportive o di varietà compare una persona di colore. Nuova provincia, l'Italia perde punti praticamente in ogni settore, dalla scuola alla sanità, all'ecologia, ai diritti, alla cultura (budget massacrato) e anche alla tecnologia. Di recente, dopo Bob Geldof che rimproverava il governo di pareggiare il bilancio alle spalle dei poveri, è stato Bill Gates in persona ad accusare Berlusconi ("I ricchi spendono molti più soldi per risolvere i loro problemi personali, come la calvizie, di quanto non facciano per combattere la malaria") di aver ridotto della metà i fondi pubblici per lo sviluppo promessi davanti alle telecamere, facendo dell'Italia "il più avaro paese europeo".

La stessa regressione a livello informatico. Si sa che a causa del decreto Pisano la connessione wireless a Internet in un luogo pubblico, un areoporto o un cybercafé per esempio, è sottomessa alla presentazione di una carta di identità ? Che i crediti per lo sviluppo dell'addebito immediato sono congelati dal 2008, che da parte della maggioranza si levano voci che domandano il controllo di social network come Facebook ? Che sono state firmate ovunque petizioni per "emancipare Internet" dalle norme legislative che penalizzano il futuro del paese il quale, per l'accesso alla Rete, è già "indietro e sottosviluppato rispetto al resto d'Europa"? Berlusconi è un uomo di televisione vecchio stile, per il quale Internet è un mezzo pericoloso in quanto "liquido", ovvero incontrollabile e fuori dal suo impero.

Ma è a livello sociale che la regressione è più netta. Berlusconi catalizza talmente l'attenzione che all'estero non si percepisce come il fatto più importante sia piuttosto una "leghizzazione" della società, che porta con sé una degradazione morale e civica, una "barbarizzazione" dell'Italia. La Lega Nord di Umberto Bossi - il cui organo di stampa, La Padania, ha scritto "Quando ci libererete dai negri, dalle puttane, dai ladri extracomunitari, dai violentatori color nocciola e dagli zingari che infestano le nostre case, le nostre spiagge, le nostre vite, i nostri spiriti ? Buttateli fuori, questi maledetti" - la Lega Nord alleata decisiva del partito di Berlusconi ha fatto eleggere i suoi uomini, molti dei quali sono ministri, in un considerevole numero di amministrazioni locali, diffondendo i suoi valori e il suo linguaggio. Ha sdoganato e reso normale il discorso xenofobo.

Ci vorrebbe la Biblioteca Vaticana per riunire ed enumerare i discorsi che incitano all'odio razziale, all'omofobia, all'anti-meridionalismo pronunciati dai suoi leader. Che si guardino su Youtube i discorsi del signor Mario Borghezio, che si ascolti qualche estratto dei discorsi di Radio Padania : in nessun paese sarebbe tollerato un tale strabordamento di odio, stupidità, xenofobia! " (L'Espresso, 11 febbraio 2010)

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