Sunday, November 1, 2009

Le centinaia di Ceppaloni che l'Italia non vuol vedere (di Curzio Maltese)


Le telecamere di Mediaset puntate come l'arma di un cecchino sul giudice Mesiano non testimoniano solo l'onestà dell'uomo: uno che si mette in fila e si veste ai grandi magazzini, come di sicuro non fanno i magistrati corrotti con i conti nei paradisi fiscali. Rivelano anche, operazioni come questa, la totale malafede della guerra ai magistrati combattuta da quindici anni sotto le bandiere dell'ideologia. Quello cui abbiamo assistito in Italia è una caccia alle guardie promossa dai ladroni. E mi rifiuto di credere che gli italiani siano tanto stupidi da non averlo capito.
La questione è: perchè continuano a votare i ladri ? Non soltanto i ladri di destra, anche quelli di sinistra. Per la stessa ragione per cui si votavano i ladroni della Prima Repubblica, ben sapendo chi erano e che cosa facevano. Per cinismo e convenienza. Chi votata Craxi a Milano era il primo a ridere delle barzellette sui socialisti arruffoni. Ma intanto i governi del pentapartito davano tutto a tutti, lanciavano messaggi alla borghesia predatrice: finché ci siamo noi, sarete liberi di arrangiarvi come avete sempre fatto. Dopo una stagione lampo di moralismo, si è ricominciato come e peggio di prima. Il berlusconismo garantisce il perdono, il condono, il rinvio all'infinito della lotta al malaffare, alle mafie, all'evasione fiscale. Chi si oppone è un comunista, una toga rossa, uno "stravagante". A milioni di italiani va bene così. Fingono di credere alla favola della persecuzione politica. Si lagnano della casta politica, urlano contro le mazzette, i raccomandati, la vergogna della peggior corruzione del mondo. Sono pronti a linciare quelli che si fanno beccare. Ma fino al giorno prima facevano affari con loro. Non c'era bisogno degli arresti in Lombardia e in Campania per capire che l'Italia è disseminata di centinaia di Ceppaloni dove per trovare un lavoro, un appalto, una consulenza occorre passare dal clan politico locale. Lo sanno, lo sappiamo tutti.
La corruzione è l'origine di tutte le anomalie italiane. Ma se resiste è perchè, al di là delle recite, conviene a troppi. E allora smettiamola di fingere e diciamo apertamente che la corruzione politica non solo non indigna, ma anzi identifica un pezzo d'Italia con la sua classe dirigente. Si voti un referendum per depenalizzare il reato di corruzione dei politici. Sarebbe più onesto e sincero che aspettare l'approvazione della nuova immunità in Parlamento, con i voti della destra e i soliti assenti ingiustificati della sinistra. (Curzio Maltese, il venerdi di Repubblica, 30 ottobre 2009).

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