Tuesday, September 15, 2009

Gustavo Zagrebelsky : imparare la democrazia

(...)"Affinchè sia preservata l'integrità del ragionare, deve essere prima di tutto rispettata la verità dei fatti, che è la base di ogni azione orientata a intendersi onestamente. Sono dittature idelogiche i regimi che disprezzano i fatti, li travisano o addirittura li creano o li ricreano ad hoc, attraverso quelli che George Orwell, l'autore della Fattoria degli Animali, ha descritto, nel romanzo 1984, come i "Ministeri della verità" capaci di far sì, attraverso propaganda e bombardamento dei cervelli, che la guerra diventi pace, la libertà schiavitù, l'ignoranza forza. Sono regimi corruttori delle coscienze "fino al midollo", quelli che trattano i fatti come opinioni e instaurano un relativismo nichilistico applicato non alle opinioni ma ai fatti, quelli in cui la "realtà non è più la somma totale di fatti duri e inevitabili, bensì un agglomerato di eventi e parole in costante mutamento, nel quale oggi può essere vero ciò che domani è falso" secondo l'interesse al momento prevalente. Ond'è che la menzogna intenzionale - strumento ordinario della vita pubblica - dovrebbe trattarsi come crimine maggiore contro la democrazia e i mentitori dovrebbero considerarsi non già come abili, e quindi perfino ammirevoli e fors'anche simpaticamente spregiudicati uomini politici, ma come corruttori della politica.

(...) Abbiamo già ricordato le "promesse non mantenute" della democrazia, di cui ha parlato il professore Bobbio. L'elenco delle delusioni è lungo : l'ingovernabilità delle società pluraliste; la rivincita degli interessi corporativi che soffocano l'interesse generale; la persistenza delle oligarchie economiche, politiche e di ogni altra natura; lo spazio linitato della democrazia, che non è riuscita a penetrare dappertutto nella società; il potere occulto che contrasta con l'esigenza democratica che il potere si mostri pienamente in pubblico e ha indotto a parlare di un "doppio stato", uno visibile e un altro invisibile; l'apatia politica; il fanatismo e l'intolleranza; tecnocrazia e burocrazia (e quindi gerarchia) invece che democrazia; sovraccarico di domande e difficoltà delle risposte, cioè ingovernabilità.

Questo elenco, col senso dell'oggi, è incompleto. Si parla di videocrazia, conseguente alla crescente monopolizzazione a livello mondiale e nazionale delle informazioni; di plutocrazia, determinata dalla concentrazione del potere politico nelle mani di pochi detentori di smisurate ricchezze personali, e di cleptocrazie, quando quelle ricchezze sono il frutto di attività illecite. Si assiste con un senso di impotenza allo sviluppo di una dimensione ormai planetaria delle organizzazioni degli interessi industriali e finanziari dell'odierno capitalismo, in un mercato che palesemente sfugge al controllo dei poteri politici nazionali, ammesso che essi, anzichè essere conniventi con tali interessi, intendessero porre regoli e controlli.

L'aumento delle disuguaglianze e delle ingiustizie su scala mondiale alimenta l'identificazione dei regimi democratici con le plutocrazie, onde la trasformazione della democrazia, da ideale universale, a regime di casa nostra, regime dei forti e dei ricchi, che credono talora, o fingono di credere di poterla imporre agli altri con lo strumento tipico dei prepotenti, la guerra".
(Brani tratti dal saggio di Gustavo Zagrebelsky "Imparare la democrazia", La Biblioteca di Repubblica).

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