Tuesday, September 22, 2009

"Se un giorno in mezzo al mare" (di Karim Metref)

Se un giorno in mezzo al mare, caro amico, vedi una barca alla deriva e delle braccia che si agitano, fermati e rifletti. Pensaci bene prima di offrire il tuo aiuto : assicurati che sia un qualche figlio di papà uscito in barca a vela nonostante il brutto tempo. Perchè lui si che è da salvare. Si saranno già mobilitati in tanti per cercarlo e chi lo riporterà a casa sarà accolto come un eroe. Noi crediamo nella sacralità della vita, caro mio. Sopratutto quella dei ricchi.

Me se invece è solo una di quelle barche piene di disperati che viaggiano alla cieca tra il Sud e il Nord del mondo, non ne vale la pena. Vattene e non pensarci più. Che saranno un centinaio di disperati che stanno per morire ? Niente : solo un sacco di guai per tutti. Meglio lasciarli crepare in mezzo al mare. Salvarli vuol dire andare incontro a un sacco di problemi. Potresti essere respinto da un porto all'altro per giorni come in una spietata partita di ping-pong. Potresti essere arrestato insieme a loro all'arrivo : loro perchè colpevoli di essere sopravvissuti, e tu di averli aiutati. Se proprio non resisti, lasciagli un po' d'acqua e qualcosa da mangiare, ma poi vattene. Ci va di mezzo la tua tranquillità, quella del mondo ricco. E' una questione di matematica : meno sono gli affamati intorno alla torta, più grande sarà la tua fetta. Lo dicono in TV tutti i giorni : questi non sono disperati, sono solo dei parassiti che vengono a rubare il tuo pane.

Il giorno dopo, alcuni sognatori scriveranno delle lettere piene di belle parole : umanità, dignità, coscienza, scrupoli, solidarietà, fratellanza, compassione... Me non ti preoccupare, caro. Guardati intorno e vedi chi governa il mondo. Allora capirai che queste parole sono solo vento.
(Karim Metref su "Internazionale" n.810 del 28 agosto 2009. Karim Metref è un giornalista nato in Algeria nel 1967. Vive in Italia. E-mail : metref@letterranza.org)

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